Spondilolistesi: come dormire con i dolori alla schiena

Spondilolistesi

La spondilolistesi sintomatica è una condizione che può complicare notevolmente il comfort durante il sonno. Questo disturbo spinale si manifesta quando ci si trova di fronte a una vertebra della colonna lombare che esce dalla propria posizione, andandosi a posizionare direttamente sulla vertebra sottostante. Una volta che questo si verifica, la vertebra spostata potrebbe mettere pressione sui nervi spinali o sul midollo spinale, dando luogo a dolore e sintomi neurologici.

Spondilolistesi: posizioni per dormire

Per garantire un sonno confortevole a chi soffre di spondilolistesi, è fondamentale mitigare la pressione sulla parte inferiore della schiena.

Il dormire in posizione prona tende a forzare la colonna vertebrale a incurvarsi, comportando un sovraccarico di stress sulla colonna lombare. Questa posizione risulta essere la peggiore per i pazienti affetti da spondilolistesi.

Il dormire su un lato, con le ginocchia flesse, comporta una minor compressione della colonna lombare. Tuttavia, questa posizione può portare a tensione dei muscoli flessori dell’anca e dei quadricipiti. Nel caso in cui questa fosse la posizione più naturale, si consiglia di mantenere le ginocchia leggermente flesse per minimizzare la tensione muscolare.

Il dormire supini è considerato la posizione migliore per la salute spinale. Sfortunatamente, per molte persone, questa è la posizione meno naturale e potrebbe richiedere tempo per abituarsi. Posizionare un asciugamano arrotolato o un cuscino sotto le ginocchia può ulteriormente ridurre la curvatura lombare durante il sonno in posizione supina.

Alcuni pazienti affetti da spondilolistesi trovano un maggiore sollievo dal dolore dormendo in posizione reclinata. Tale posizione mantiene le gambe angolate rispetto al tronco, minimizzando lo stress sulla colonna vertebrale. Per provare questa posizione, si possono usare dei cuscini memory per sollevare il tronco; se risulta beneficiare, potrebbe essere valutata l’acquisizione di un letto regolabile, che consente di adottare facilmente una posizione reclinata.

Cos’è la spondilolistesi?

La Spondilolistesi è una condizione in cui una vertebra, ovvero una delle ossa della colonna vertebrale, si sposta, finendo per soppiantare la vertebra adiacente. Questo disturbo può provocare dolore nella zona lombare o nelle gambe, soprattutto se la vertebra fuori posto esercita pressione su un nervo.

Esistono sei tipologie principali di spondilolistesi, classificate in base alle loro cause e quella degenerativa è la forma più frequente. Questa è infatti dovuta all’età avanzata: nel corso degli anni, i dischi che funziono da cuscinetto tra le vertebre, possono indebolirsi, seccarsi e ridursi di spessore, rendendo quindi più semplice lo scivolamento della vertebra.

Nella spondilolistesi istmica, l’origine è la spondilosi: un’eventuale fessura nella vertebra potrebbe farla scivolare all’indietro, in avanti o al di sopra di un osso sottostante. Questa condizione è molto comune tra i bambini e gli adolescenti che praticano sport come la ginnastica, il sollevamento pesi, o altre attività che implicano un sovraccarico ripetuto della regione lombare. Inoltre, può manifestarsi anche in coloro che presentano vertebre con un osso più sottile del normale.

La spondilolistesi congenita o displastica, si verifica quando le vertebre non sono allineate correttamente a causa di un difetto presente alla nascita. La spondilolistesi traumatica, invece, è causata da un infortunio alla colonna vertebrale che porta una vertebra a muoversi fuori posto.

Nella spondilolistesi patologica, l’origine è da attribuire a un’altra affezione spinale, come l’osteoporosi o un tumore vertebrale. Infine, si ha la spondilolistesi post-chirurgica o iatrogena, in cui una vertebra si sposta a seguito di un intervento chirurgico alla colonna vertebrale.

Per quanto concerne la gravità del disturbo, il sistema di classificazione più comunemente utilizzato è quello di Meyerding. Distingue cinque gradi: Grado I con uno scivolamento del 1%-25% della vertebra; Grado II fino al 50% di scivolamento; Grado III quando lo scivolamento raggiunge il 75%; Grado IV per scivolamenti dal 76% al 100%; e Grado V per scivolamenti superiori al 100%, conosciuto anche come spondiloptosi. I gradi dal I al II sono considerati lievi, mentre dal III in poi sono considerati di natura severa.

Quali sono i sintomi della spondilolistesi?

Questa condizione si verifica più frequentemente nella parte inferiore della colonna vertebrale e viene quindi chiamato spondilolistesi lombare: in molti casi, le persone con spondilolistesi non avvertono alcun disturbo; tuttavia, la malattia può determinare una serie di sintomi. Questi sintomi includono dolore alla schiena bassa, tensione e rigidità muscolare, dolore ai glutei, dolore che si irradia lungo le gambe a causa della pressione sulle radici dei nervi, dolore che peggiora con il movimento, contrazione dei muscoli ischiocrurali (muscoli posteriori delle cosce) e infine, problemi nel camminare o nel mantenere la posizione eretta.

La probabilità di sviluppare la spondilolistesi può essere influenzata da vari fattori. Tra questi, l’attività sportiva svolge un ruolo significativo, in particolar modo nell’età giovanile. I bambini e gli adolescenti impegnati in alcune attività che sollecitano la colonna lombare, rischiano più facilmente di sviluppare la spondilolistesi, dovuta al fatto che lo scivolamento delle vertebre si manifesta spesso durante i picchi di crescita e la spondilolistesi rappresenta una delle cause più frequenti di mal di schiena tra gli adolescenti.

La genetica svolge anch’essa un ruolo determinante nello sviluppo della malattia. Alcuni individui affetti da spondilolistesi istmica nascono con una porzione della vertebra, denominata pars interarticularis, notevolmente più sottile. Questa sezione ossea, che connette le articolazioni interfaccettarie e permette il movimento della colonna vertebrale, quando risulta più sottile è più incline alla frattura e allo scivolamento. Anche nella spondilolistesi degenerativa la genetica ha un ruolo.

Infine, è importante considerare anche l’età come un fattore di rischio. Le condizioni degenerative della colonna vertebrale possono svilupparsi con il passare del tempo, a causa dell’usura che indebolisce le vertebre. Questo rende gli adulti più anziani, in particolar modo quelli con problematiche spinali degenerative, più vulnerabili alla spondilolistesi, condizione che diventa più frequente dopo i 50 anni.

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