Vitamina D e sonno: come influisce sul riposo?

sonno e vitamina d

Il ritmo giornaliero del sonno è influenzato da numerosi fattori, molti dei quali sono di ordine fisiologico (benché ansia, stress e altre condizioni possano influenzare sensibilmente la qualità del riposo notturno). In linea generale, uno stile di vita equilibrato e privo di eccessi contribuisce notevolmente ad aumentare le possibilità di dormire bene; lo stesso dicasi in riferimento al sistema di riposo: utilizzare un materasso di qualità, adatto alle proprie esigenze e abitudini, selezionabili tra i tanti prodotti presenti nel catalogo online di inmaterassi.it, è di fondamentale importanza. Entrando più nello specifico, invece, diversi studi hanno confermato come esista un rapporto abbastanza preciso tra la carenza – o il mancato apporto – di determinati macronutrienti e alcuni disturbi del sonno. Tra gli elementi che possono incidere, in tal senso, figurano anche le vitamine del gruppo D: di seguito, vediamo quali sono le caratteristiche di queste molecole e quale rapporto intercorre tra la loro assimilazione (o carenza) e il riposo notturno.

Cos’è la vitamina D?

La Vitamina D è una molecola liposolubile di origine steroidea coinvolta in numerosi processi fisiologici, in particolare il metabolismo del calcio e, di riflesso, lo sviluppo dello scheletro osseo. In realtà, la definizione “Vitamina D” fa riferimento ad un gruppo di cinque molecole (D1, D2, D3, D4 e D5) il cui comportamento, dal punto di vista biologico, è più simile a quello di un ormone che di una vitamina vera e propria.

Le principali vitamine di questo gruppo sono la D2 (ergocalciferolo) e la D3 (colecalciferolo). Il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia leggermente a seconda dell’età dell’individuo; i soggetti che possono beneficiare di una normale esposizione alla radiazione solare, in genere, non necessitano di più di 10-15 microgrammi su base giornaliera.

Proprietà della vitamina D

La funzione primaria della Vitamina D è quella di esercitare una funzione regolatoria del metabolismo del calcio, favorendone anche il riassorbimento a livello renale. In aggiunta, agevola l’assorbimento del fosforo nell’intestino e contribuisce ai processi di mineralizzazione delle strutture ossee. Ne consegue che una carenza di Vitamina D comporta una rarefazione del tessuto osseo che rende le ossa maggiormente esposte a dolori, malformazioni e fratture (una condizione nota con il termine “osteomalacia”). Analogamente, anche i denti ne risentono, diventando più deboli e suscettibili alla formazione di carie.

Tra le patologie riconducibili ad una spiccata carenza di questa vitamina vi è il rachitismo, che colpisce soprattutto i bambini. Pertanto, come si legge sul sito ufficiale dell’AIRC, “la vitamina D è essenziale per la salute dell’apparato scheletrico, poiché serve ad assorbire il calcio”, tant’è che “numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina D migliora la densità minerale delle ossa, aiuta a prevenire le fratture negli anziani e nelle donne dopo la menopausa ed è anche fondamentale per sostenere il corretto sviluppo dei più piccoli”.

Vitamina D e sonno

La carenza di Vitamina D è stata associata a diverse patologie, non solo a carico del sistema scheletrico, ma anche di altro tipo quali diabete, infarto, asma, sclerosi multipla o Alzheimer. Di recente, l’attenzione si è spostata anche sul rapporto tra la molecola e le dinamiche del sonno. Uno studio italiano dal titolo “Vitamin D and Sleep Regulation: Is there a Role for Vitamin D?” (“Vitamina D e regolazione del sonno: quale ruolo per la Vitamina D?”), condotto nel 2020 da un’equipe di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli ha analizzato il possibile rapporto esistente tra Vitamina D e disturbi del sonno. Dai riscontri ottenuti è emerso che “i recettori della Vitamina D e gli enzimi che controllano l’attivazione e la degradazione di quest’ultimi sono espressi in diverse aree del cervello coinvolte nella regolazione del sonno”, come si legge nel report della ricerca.

La molecola “è anche coinvolta nei percorsi di produzione della Melatonina, l’ormone implicato nella regolazione del sonno e dei ritmi circadiani”, come riportato dall’Abstract dello studio; inoltre, esisterebbe anche un rapporto meno diretto tra Vitamina D e sonno, dal momento che la prima potrebbe influenzare il secondo anche tramite disordini aspecifici, correlati ad un’alterazione della qualità del sonno come, ad esempio, la sindrome delle gambe senza riposo o l’apnea ostruttiva del sonno. Gli studiosi hanno quindi concluso che la molecola “ha un ruolo sia diretto che indiretto sulla regolazione del sonno”. Di contro, non vi sono ancora prove sufficienti per affermare che integrazioni di tale vitamina possano prevenire disturbi del sonno, nonostante la carenza di Vitamina D sia stata associata a disturbi del sonno anche da diversi altri studi; uno di questi (“The Association between Vitamin D Deficiency and Sleep Disorders: A Systematic Review and Meta-Analysis”), realizzato in Cina nel 2018, analizza il legame tra carenza Vitamina D e sonnolenza, oltre ad altri disturbi del sonno.

Nelle conclusioni della pubblicazione, gli autori sottolineano come “la carenza di Vitamina D è associata ad un rischio maggiore di disturbi del sonno nella popolazione”.

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