Cosa sono le parasonnie e quali sono i tipi

parasonnia cos e

Spaventarsi nel sonno, risvegliarsi improvvisamente a causa di un incubo o alzarsi dal letto in preda al sonnambulismo sono comportamenti abbastanza frequenti, specie tra i bambini; essi rappresentano a tutti gli effetti un disturbo del sonno, in quanto determinano una brusca interruzione del ciclo del riposo durante le ore notturne; di conseguenza, in particolare nei casi più gravi, fenomeni di questo tipo – che prendono il nome di “parasonnie” – limitano i benefici del sonno, influendo negativamente sull’umore e su svariate funzionalità fisiologiche.

Cosa sono le parasonnie?

Le parasonnie sono disturbi primari del sonno “caratterizzati da fenomeni fisici e/o comportamentali”, come spiega il sito dell’ISS Salute. Possono verificarsi in diverse fasi del sonno, non soltanto quella iniziale o finale; alcuni tipi di parasonnia, infatti, sono specificamente legati alla fase REM mentre altre si verificano con maggior frequenza nei bambini, in special modo quelli in età infantile. Avendo origini differenti, tali fenomeni vanno trattati singolarmente, o tramite una specifica terapia farmacologica oppure intervenendo direttamente sulla causa primaria del disturbo (sia essa di natura fisiologica o psicologica).

Tipi di parasonnie

“Parasonnie” è un termine generico, adoperato in ambito medico per identificare un ventaglio piuttosto ampio e diversificato di disturbi, accomunati da manifestazioni ‘comportamentali’ che hanno luogo durante il sonno. Vediamo, nel dettaglio, quali sono, i sintomi che li accompagnano e le possibili cause.

Sonnabulismo

È un disturbo del sonno di natura ‘benigna’, che si colloca quasi sempre nella fase antecedente quella REM. Le cause precise sono ancora sconosciute ma probabilmente si tratta di un comportamento di origine ereditaria; come si legge sul sito dell’ISS Salute, “si ha, infatti, una maggiore probabilità di avere episodi di sonnambulismo se nella famiglia di origine sono già presenti delle persone con questo disturbo o con paure notturne”. Ciò nonostante, sono stati individuati diversi fattori che possono scatenare il sonnambulismo notturno, tra cui: stress, ansia, consumo eccessivo di alcool, trattamenti farmacologici (perlopiù a base di sedativi) e risveglio improvviso causato da un forte stimolo sonoro. Anche l’apnea notturna ostruttiva, così come la sindrome delle gambe senza riposo, può favorire l’insorgere di un comportamento sonnambulico.

Terrore notturno (pavor nocturnus)

L’ISS spiega che si tratta di “un disturbo causato dall’attivazione generalizzata del sistema nervoso (arousal) che si verifica durante le prime tre ore della notte, quando predominano gli stadi tre e quattro del sonno non REM”. È caratterizzato da manifestazioni di paura (urla o grida) e sintomi riconducibili all’ansia quali, ad esempio, tachicardia, ipertensione e sudorazione anomala. Gli episodi di pavor sono diversi dagli incubi veri e propri; in aggiunta, possono essere a loro volta un fattore scatenante del sonnambulismo.

Incubi

Rispetto ad altre parasonnie, gli incubi si collocano in piena fase REM; possono essere definiti come episodi di attività onirica (sogno) dalle connotazioni ansiogene o spaventose. Mentre, infatti, il sogno può essere lusinghiero o semplicemente piacevole, l’incubo è spesso contraddistinto da immagini inquietanti. Probabilmente anche per questo, tra le cause – non ancora completamente note – degli incubi sono annoverate ansia e stress; stanchezza eccessiva e abuso di alcool sono gli altri fattori che più frequentemente possono indurre incubi notturni.

REM Behaviour Disorder

Questo tipo di disturbo è più comune nelle persone anziane, in quanto derivante dal deterioramento delle funzioni cerebrali (a sua volta riconducibile a condizioni patologiche quali il Morbo di Parkinson). A differenza del Pavor nocturnus, chi soffre di disfunzioni del comportamento durante la fase REM talvolta è in grado di ricordare ciò che ha sognato; inoltre, il comportamento connesso a tale disturbo può essere aggressivo, sebbene completamente involontario.

Cosa fare in caso di parasonnie

Ciascun tipo di parasonnia richiede un approccio ed un’attenzione specifiche; se, infatti, le manifestazioni sono sporadiche e di lieve entità, è sufficiente regolarizzare le proprie abitudini di riposo. Qualora, di contro, gli episodi siano frequenti e caratterizzati da particolare intensità, è consigliabile rivolgersi anzitutto al medico di medicina generale e, se necessario, richiedere successivamente il consulto da parte di uno specialista.

In linea generale, alcuni accorgimenti che possano contribuire a migliorare la qualità del riposo notturno, possono certamente limitare l’insorgere di parasonnie; in particolare, dormire su un materasso di qualità, abbinato a cuscini ergonomici o ortopedici, può certamente contribuire ad un maggiore comfort e, di conseguenza, diminuire l’incidenza di disturbi di questo tipo. I cuscini memory, ad esempio, sono tra i dispositivi per il riposo che possono favorire il riposo.

Cuscino in memory

I cuscini Polar Air Gel sono consigliati a tutti coloro che vogliono migliorare la qualità del sonno o che soffrono di torcicollo, dolori alle spalle o di male alla cervicale. Sono progettati per essere anatomici ed ergonomici ed offrire il massimo sostegno alle vertebre del collo.

Nello specifico, invece, a ciascuna parasonnia – di carattere acuto, grave o frequente – può essere associato un approccio terapeutico, basato su una precisa diagnosi medica formulata da uno specialista. Il sonnambulismo e il terrore notturno in età adulta, ad esempio, possono essere trattati con successo mediante assistenza psicoterapeutica, con “una significativa riduzione degli episodi nel giro di alcune settimane”, secondo quanto riportato dal portale ISS Salute. Nel caso in cui il sonnambulismo implichi comportamenti potenzialmente dannosi per la persona (e i suoi familiari), è possibile ricorrere alla terapia farmacologica, in concomitanza con la psicoterapia o la terapia comportamentale; di contro, i risultati possono essere meno evidenti nelle persone con una spiccata familiarità a questo tipo di disturbi. Per le persone anziane, invece, spesso vale il discorso inverso: gli episodi di sonnambulismo possono essere un effetto di una particolare terapia farmacologica, che aggrava uno stato confusionale preesistente.

Per quanto riguarda, infine, il REM Behaviour Disorder, l’eventuale trattamento terapeutico segue la diagnosi, che può essere ricavata dai riscontri ottenuti mediante polisonnografia con EMG (elettromiografia). In aggiunta, lo specialista può disporre un apposito esame neurologico, al fine di constatare lo stato delle funzioni cerebrali del paziente, tramite TC o RMI. Dal punto di vista delle cure, tale disordine non può essere trattato come gli altri; alcuni farmaci (sedativi) possono fungere da deterrente e alleviare parte dei sintomi.

Torna in alto