Fase REM del sonno, dove i sogni diventano realtà

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Ogni notte, quando ci addormentiamo, il nostro organismo non resta fermo, ma si avviano diverse fasi del sonno, ciascuna con delle proprie caratteristiche. Una di queste è fase REM del sonno, detta anche di sonno paradossale. E’ durante questi momenti che avviene l’attività onirica e che il cervello lavora più intensamente, nonostante lo stato incoscienza.

Significato fase rem: ecco che cos’è

La fase REM è uno degli stadi del sonno su cui sono stati effettuati numerosi studi nell’ultimo secolo. Il significato di fase rem è da ricercare nell’acronimo Rapid Eye Movement e sta ad indicare il movimento rapido degli occhi che avviene durante questa fase notturna. Si tratta di un momento molto delicato in cui l’uomo abbandona completamente il controllo del proprio corpo, attraversando quasi uno stato di paralisi muscolare, nonostante il cervello sia molto attivo.

Per dormire bene la fase REM è indispensabile. Se infatti un soggetto ne viene privato durante la prima notte, ad esempio perché viene svegliato durante il sonno leggero, la notte successiva tenderà a mostrare dei periodi di fase rem maggiori. Questo vuol dire che ha praticamente recuperato il sonno paradossale che aveva perso in precedenza. Non andare nella fase rem per diversi giorni porta a disturbi psichici, allucinazioni, paranoia e disturbi della personalità.

Quando avviene la fase REM?

Il sonno umano è caratterizzato da una struttura ciclica. Ogni notte si susseguono cioè 4-6 cicli della durata media di 60-90 minuti ciascuno. Ogni ciclo ha una sua fase iniziale di sonno lento (chiamato fase NREM) a cui segue una fase di sonno paradosso (chiamata fase REM). L’organizzazione interna dei cicli varia nel corso della notte: il primo ciclo è il più lungo ed è caratterizzato da un’alta percentuale di sonno lento e da una bassa percentuale di fase rem. Con il passare delle ore, la percentuale di tempo trascorso in fase REM aumenta sempre di più, mentre il sonno lento diventa sempre meno profondo. Negli ultimi stadi, infatti si può passare direttamente dallo stadio 2 di sonno leggero alla fase REM.

William C. Dement nella metà dello scorso secolo dimostrò che l’attività onirica avviene proprio durante la fase REM, i sogni prendono vita durante questo stadio. Negli anni ’70 fu invece dimostrato che questa fase di sonno è una caratteristica delle specie animali più evolute. Nei rettili ad esempio non è presente.

Cosa succede nella fase REM?

Il sonno REM occupa mediamente il 20-25% totale del tempo totale in cui si dorme. E’ una fase molto particolare in cui cervello e corpo si comportano in maniera molto diversa rispetto alle altre fasi del sonno. Viene anche chiamata fase di sonno paradossoale perché l’attività del cervello, ad un semplice elettroencefalogramma, mostra un comportamento molto simile alla veglia, nonostante si manifesti una riduzione notevole del tono muscolare.

Questo significa che i muscoli si rilassano, ma il cervello è in piena attività. La fase REM può essere divisa a sua volte in due componenti:

  • fase tonica: l’elettrocardiogramma è desincronizzato e i muscoli appaiono molto poco tonici
  • fase fisica: si sovrappone a quella precedente ed è caratterizzata da scariche rapide oculari. Gli occhi si muovono cioè rapidamente ma anche i muscoli del viso, della lingua e del corpo in generale hanno improvvise contrazioni. Il battito nella fase REM diventa irregolare e la pressione sanguigna variabile.

Durante questo stadio sostanzialmente si perde coscienza. Il soggetto non ha più un appoggio sul mondo esterno, né sensoriale né psicologico. Un risveglio brusco dalla fase REM, infatti, può causare confusione e disorientamento e addirittura allucinazioni. Hai mai sentito parlare di paralisi del sonno? E’ un fenomeno che spaventa moltissimo chiunque lo viva ed è causato proprio da quel legame tra realtà e sogno che si spezza improvvisamente, per cui al soggetto sembra di vivere un incubo ad occhi aperti.

Fase REM e sogni

Aserinsky e Kleitman furono i due primi studiosi che negli anni ’50 dello scorso secolo ipotizzarono la correlazione tra fase rem e sogni. Essi infatti scoprirono che nell’80% dei casi, i soggetti svegliati durante la fase REM ricordavano un sogno. Se invece il risveglio avveniva durante il sonno NREM, i soggetti ricordavano il sogno solo nel 20% dei casi. Questi dati vennero poi confermati nel 1957 da William C. Dement.

Negli anni ’60 vari autori dimostrarono invece che l’attività onirica durante la fae NREM è l’espressione di un’attività mentale che si riferisce a fatti della vita quotidiana. Mancano tuttavia le distorsioni tipiche del sogno della fase REM.

Ci sono diversi studi (Goundenough e al. – 1965) che la possibilità di ricordare un sogno dipende molto da come è stato interrotto il sonno. Un risveglio brusco, dalla fase rem, fa ricordare meglio di un risveglio lento. Inoltre c’è la consapevolezza di aver sognato quando il risveglio è improvviso. Nel risveglio graduale il soggetto più spesso invece che era sveglio e stava pensando.

Memoria e sonno

E’ durante il sonno che si consolidano i nostri ricordi. Si chiama “Sleep effect” il fenomeno per cui il ricordo di qualcosa è migliore se durante il periodo di ritenzione il soggetto dorme, rispetto al caso in cui rimane sveglio. E’ stato però dimostrato (Hockey et al. – 1972) che il sonno diurno non migliora l’apprendimento. Molti autori hanno dimostrato che durante il sonno REM si verifica un aumento della sintesi proteica, che gioca un ruolo importante nel consolidamento dei ricordi. E’ come se i nostri ricordi passassero da un magazzino di memoria e breve termine a quello della memoria a lungo termine.

Testo specialistico a cura della dr. Vastola Carolina

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